top of page
Immagine del redattoreRedazione

Tutto l’hip hop di Beba

Intervista a cura di Alessandra Scarci

Testo di Jacopo Neri


Abbiamo incontrato Beba, una delle più importanti rapper italiane. Originaria di Torino, classe '94, si chiama Roberta Lazzerini ed ha pubblicato "Joker Mixtape", il suo primo progetto nel lontano 2015, quando anche le ragazze che facevano rapper erano davvero poche. Collabora da sempre la producer napoletana Rossella Essence. E non solo: è stata la prima donna a partecipare a Real Talk, format di culto e la prima rapper a collaborare con Salmo, Slait ed Hell Raton partecipando al "Machete Mixtape 4".

Il suo prossimo singolo?

Conterrà un featuring importante... ma è ancora presto per parlarne. Sei stata una delle prime rapper ad avere successo in un scena prettamente maschile come qella dell'hip hop italiano.

Cosa significa per te questa conquista?

E' una bella soddisfazione sapere di essere riuscita a essere un po' una apripista per altre ragazze. Tra il 2014 ed il 2015 ho iniziato proprio per diventare quel punto di riferimento femminile che mancava. Ha un sodalizio artistico con Rossella Essence, una produttrice donna.

Quanto questo rapporto tutto al femminile ha influito sulla tua musica?

E’ stato decisivo per la mia carriera. Quando ho iniziato a fare rap, non è che avessi tante amiche con cui condividere questa passione. Collaborare con Rossella è stato stato come rivivere quello che mi era mancato di più da ragazzina. E' un'amica che poi è diventata una collega ed una persona con cui fare del business. Si è creato un legame molto particolare. Dico sempre che più che amiche siamo sorelle, perché lei è più grande di me. Ad un certo punto del mio percorso c'eravamo po' perse, ma adesso ci siamo ritrovate. Perché abbiamo bisogno l'una dell'altra.

Che consiglio darebbe, Roberta a Beba?

Le direi però di essere onesta.

E Beba a Roberta che direbbe?

Di avere un po’ più di autostima.

Se avessi a disposizione la possibilità di cenare insieme ad un’artista, chi sceglieresti?

Lady Gaga. E' iconica. Oltre ad essere l'arte che cammina, è rivoluzionaria. Ha una cultura musicale incredibile e convive con una malattia degenerativa. Credo che sarebbe davvero magico conoscerla, sia a livello artistico, sia dal punto di vista spirituale ed energetico. Ha avuto un ruolo decisivo nella mia crescita, nel creare in me l’esigenza di diventare una sorta di creatura da palco. Da ragazzina studiavo i suoi video e ancora oggi la considero un'artista immensa. E nel panorama artistico italiano con chi avresti piacere di collaborare? Beba.rtf Per quel che riguarda la scena hip hop, con Marracash, Guè e Rose Villain. In ambito pop, invece sono innamorata di Cesare Cremonini... Ho una crush per lui da vent’anni, anche se artisticamente facciamo cose che ci “azzeccano” poco tra loro. Adoro anche Gianna Nannini.



Hai avuto un problema alle corde vocali che si è risolto al meglio. Come l'hai affrontato? Come hai utilizzato il tempo in cui non potevi parlare o cantare?

Sono stata operata a maggio dell'anno scorso. In realtà mi sono fatta visitare con non poco ritardo, perché non ne volevo sapere. Avevo capito che c'era qualcosa che non andava, ma ho comunque aspettato tantissimo per asportare i noduli chirurgicamente. E’ capitato anche in uno dei momenti più difficili della mia vita, è stato tutto molto traumatico. Ma il silenzio totale che ho dovuto mantenere è stato quasi un viaggio spirituale. Ho scritto davvero molto in quel periodo. Non parlare, infatti, ti costringe a stare coi tuoi pensieri e costringe le persone che vogliono relazionarsi a te e sforzarsi non poco. Non sono comunque rimasta chiusa a casa: uscivo con lo sfondo del telefono con su scritto: “non posso parlare. Mi hanno operato alle corde vocali, se vuoi comunicare usa i gesti o con la telepatia”. Le persone urlavano come avessi problemi di udito... faceva molto ridere!

Se Beba non avesse fatto la cantante, cosa avrebbe fatto Roberta?

La psicologa. Mi leggo un sacco di cose. Tutti mi dicono che sarei ancora ancora in tempo. In realtà, odio studiare, però vorrei tanto fare la psicologa.

Che consiglio daresti ai giovani artisti che si approcciano al mondo della musica? Non bisogna aver fretta di firmare. Ogni contratto ti dà vincoli e limiti, non solo risorse. Bisogna essere un po' “sgamati”, capirne un po’. Io il mio primo contratto l’ho firmato praticamente in bianco e non lo rifarei. Con un team di persone accanto di cui ci si fida è tutto più facile. C’è una bella differenza fra sicurezza, autostima e presunzione. E’ importante allenarsi a sentire la propria vocina interiore che ti dice cos'è la cosa giusta per te, ma è anche importante ascoltare i consigli, quelli costruttivi però. Non sempre gli altri vogliono il tuo bene. Non sempre gli altri sanno qual è la cosa migliore per te, più di te.

Come ti senti a raccontare nelle tue canzoni i problemi di tante ragazze?

Quello che scrivo e canto è uno sfogo, una condivisione delle mie emozioni. Ma c’è anche il livello successivo, quando le persone che mi ascoltano riescono ad appropriarsi. Ad esempio, ho scritto “123” perché avevo proprio proprio bisogno di sfogarmi contro il mio ex. Mi sono accorta che altre condividevano lo stesso bisogno, magari non nei confronti dell'ex fidanzato, ma di un’amica. E’ bellissimo dare la possibilità ad altre ragazze di usare la mia voce per dire quello che vorrebbero dire.



Comments


bottom of page